Socio Fondatore Federazione Italiana delle Associazioni di Mediatori Familiari

ONLINE-SUPERVISIONE DI GRUPPO PRIMAVERA – ESTATE 2024

Dettagli Evento

  • Data e Ora Inizio14/06/2024 - 15:00
  • Data e Ora Fine14/06/2024 - 19:00
  • CategoriaSupervisione Professionale

Descrizione

SUPERVISIONE DI GRUPPO PRIMAVERA – ESTATE  2024

CENTRO EMILIANO DI MEDIAZIONE FAMILIARE www.cedim.net

SUPERVISIONE DI GRUPPO PRIMAVERA – ESTATE  2024

“Il mio primo gesto teorico è stato liberare il due dall’uno (…), l’altro dallo stesso (…) sospendendo l’autorità dell’Uno (…). La democrazia comincia a due.”  Luce Irigaray

Conduce Stefania Sordelli Mediatrice Familiare AIMeF Socia N. 1898 Supervisore secondo NT UNI 11644:2016 _MF

Certificata KIWA CERMET ITALIA al Reg.N. 0112_MF secondo NT UNI 11644:2016

Per iscrizioni

Cellulare 335 387624 - Email stefaniasordelli@yahoo.it

MARTEDI 30 gennaio 2024 dalle 15.00 alle 18.00 (3 ore)

MARTEDI 27 febbraio 2024 dalle 15.00 alle 18.00 (3 ore)

MARTEDI 26 marzo 2024 dalle15.00 alle 19.00 (4 ore)

VENERDI 26 aprile 2024 dalle 15.00 alle 18.00 (3 ore)

VENERDI 24 maggio 2024 dalle 15.00 alle 18.00 (3 ore)-la supervisione di oggi verrà recuperata venerdi 31 maggio 2024 dalle 15.00 alle 18.00 

VENERDI 14 giugno 2024 dalle 15.00 alle 19.00 (4 ore)

EVENTI ON LINE PER GRUPPI MASSIMO DI DIECI PERSONE.

GIORNATA di 4 ORE EURO 25,00 SOCI AIMeF ALTRI 30,00

GIORNATA di 3 ORE EURO 20,00 SOCI AIMeF ALTRI 25,00

DALLA SOLITUDINE AL SENSO DI CONDIVISIONE

I supervisori A.I.Me.F. come forma di sostegno ai Mediatori Familiari nei momenti di impasse

Dal 2015 l' A.I.Me.F. ha promosso la formazione di Supervisori per rispondere al bisogno di sostenere e supportare la pratica professionale di tutti i Mediatori Familiari A.I.Me.F.

I supervisori, mediatori esperti appartenenti a diverse scuole di pensiero, trovano nelle regole A.I.Me.F. lo spazio per armonizzare un intervento e rispondere alle difficoltà che si presentano nellae trattazioni dei casi

In uno scambio circolare, le esperienze a confronto costituiscono forme di arricchimento e promozione delle culture della mediazione.

A seguito della norma UNI 11644, i soci A.I.Me.F. devono svolgere un minimo di 10 ore di supervisione professionale individuale o di gruppo con un Mediatore Familiare Formatore e Supervisore

E’possibile richiedere percorsi personalizzati, individuali e di gruppo

Carissimi colleghi e colleghe,

alcune note esplicative sul ruolo della SUPERVISIONE ma anche dell’INTERVISIONE nell’affiancare i professionisti della mediazione familiare, operativi nel mondo vasto e complesso delle relazioni umane.

Essere mediatori familiari non è un “gioco da ragazzi”, non si accede al campo della psicoterapia ma dell’innovazione nell’ambito delle discipline afferenti alle teorie e tecniche centrate sulla relazione d’aiuto per famiglie in conflitto e per la tutela dei minori. Questo non cambia alcune sostanze ma solo obiettivi e prospettive operative. Ecco…il conflitto. Lavorare con, per, nel conflitto. Vi pare poco? E…se non è poco, non è possibile non riflettere sul ruolo della SUPERVISIONE e sul COME proporla, usarla, affrontarla.

“Letteralmente, per supervisione s’intende l’attività di chi dirige e controlla l’esecuzione di un lavoro e si concretizza nell’osservazione di tutti i processi e di tutte le dinamiche presenti in una specifica situazione.

In ambito clinico, la richiesta di supervisione nasce da un’esperienza di disagio e/o di blocco che viene sperimentata dallo psicoterapeuta. Quest’ultimo si rivolge quindi ad un collega più esperto al fine di allargare l’orizzonte sul caso clinico che sta seguendo.

Il supervisore studia il caso del paziente ed il rapporto che quest’ultimo ha con lo psicoterapeuta, ponendosi da un lato come guida per lo psicoterapeuta nella comprensione e conduzione della terapia, dall’altro aiutandolo a prendere consapevolezza delle dinamiche personali che possono interferire nel rapporto con il paziente stesso (controtransfert).

La supervisione risulta essere particolarmente utile per avere una piena consapevolezza di sé come terapeuti, nei propri limiti e dei propri punti di forza: è uno stimolo fortissimo per l’autoanalisi di fronte ad errori legati a proprie problematiche ed al continuo aggiornamento della propria formazione.

La supervisione risulta essere fondamentale non solo in ambito clinico, ma anche in ambito sociale e sanitario per tutte quelle professioni (insegnanti, educatori, medici, infermieri, etc.)  che sono esposte ad alti livelli di stress emotivo.

In questo caso, la supervisione non è una psicoterapia di gruppo, ma un percorso in cui si prende coscienza dei problemi presenti in ambito relazionale con i colleghi, l’utenza, o con l’organizzazione presso cui si è inseriti.

La supervisione permette di riflettere su come intervenire, promuovendo un certo grado di autonomia presso gli operatori per mantenere un adeguato livello motivazionale e prevenire fenomeni di burnout.

In questi casi il supervisore è un esperto esterno all’organizzazione in cui si lavora.

INTERVISIONE

L’intervisione è uno spazio di riflessione, discussione e confronto tra “pari”: si impara gli uni dagli altri senza il coinvolgimento di un collega esperto (come avviene nella supervisione).

I gruppi di intervisione possono essere omogenei, cioè formati solo da psicologi e psicoterapeuti oppure eterogenei, cioè formati da figure professionali diverse (infermieri, medici, psicologi e psicoterapeuti, educatori, ecc. …).

Questo approccio facilita l’idea di co-costruzione, favorendo l’allargamento della cornice di osservazione dei problemi e delle soluzioni e agevolando il cambiamento del punto di vista\.

Gli incontri d’intervisione consentono a ciascuno di rispecchiarsi nell’esperienza dell’altro favorendo maggiore consapevolezza circa il proprio ruolo, il contesto, i vincoli e le possibilità d’intervento.

Il gruppo è autogestito dagli stessi partecipanti. Tutti sono corresponsabili della qualità degli incontri. A rotazione, ad ogni componente del gruppo sarà assegnata la conduzione della sessione portando all’attenzione del gruppo un caso clinico del quale si sta occupando che presenta per lui una problematicità o una significatività, ed il gruppo è chiamato ad ascoltare ad intervenire condividendo le proprie risonanze e suggerendo ipotesi di lavoro. Ciò permette di creare una rete culturale e professionale, e di favorire il mutuo e l’auto aiuto professionale.”

Estratto da www.relazionalmente.it

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